Santi Nicolò e Cataldo
La Chiesa e il Monastero vennero fondati nel 1180 da Tancredi, Conte di Lecce, come testimoniano le iscrizioni sugli architravi del portale principale e di quello laterale, sul lato destro della Chiesa, dalla parte del chiostro. Tancredi affidò il complesso ai monaci benedettini, ai quali seguirono, nel 1494, per volere di Alfonso II, re delle due Sicilie, gli Olivetani che rimasero fino al 1807. A questi si devono i lavori di ristrutturazione che comportano la radicale trasformazione. La Chiesa è uno dei più interessanti monumenti dell’architettura medievale di Terra d’Otranto, straordinario esempio di quell’intreccio tra cultura orientale e occidentale, che connota tanti monumenti della Puglia tra l’XI e il XII secolo. Alla cultura orientale, in particolare quella islamica, rinviano soprattutto la cupola e la decorazione a motivi vegetali dei portali, come quello della facciata principale, risparmiato insieme al rosone dal rifacimento del 1716. Dell’aspetto del fronte medievale, unica testimonianza è l’incisione di P. Renzi, tratta dall’Infantino (1634). L’attuale facciata settecentesca, divisa in tre ordini scompartiti da una trabeazione che si interrompe nella zona centrale, si conclude con un alto fastigio dove campeggiano, tra eleganti putti, lo stemma degli olivetani al centro e le statue di San Nicola e l’Arcangelo Gabriele ai lati. L’intero prospetto è scandito in verticale da paraste scanalate con capitelli compositi e animato dalla presenza di numerose statue raffiguranti Santi dell’Ordine olivetano. L’interno è diviso da pilastri quadrilobati in tre navate, delle quali la mediana coperta da volte a botte, con archi trasversali, le laterali da volte a crociera, secondo una tipologia architettonica tipicamente nordica; il transetto, poco sporgente ai lati, e la cupola, posta all’incrocio dei bracci, ricordano, invece, l’organizzazione accentrata degli spazi, tipica dell’architettura bizantina. Sulla parete sinistra della navata, in corrispondenza della seconda campata, sono presenti alcuni elementi decorativi di un ciclo di affreschi tardogotici con San Benedetto e le storie della sua vita, realizzato, probabilmente, nel terzo decennio del XV secolo. I rifacimenti barocchi comportano l’abbattimento dell’abside centrale (poi ricostruita durante i lavori di restauro del XX secolo), la costruzione di un nuovo coro e degli altari laterali (rifatti nel 1626 e poi da M. Manieri nel XVIII secolo), la realizzazione degli affreschi (inizio del XVII secolo) con “Storie di San Nicola ”, grottesche e finti lacunari, figure di santi benedettini e protettori. Interessanti sono, inoltre, la statua di San Nicola, posta nella navata sinistra e attribuita a G. Riccardi (metà del XVI secolo) e le due tele settecentesche di G.B. Lama con San Benedetto, Bernardo Tolomei e Francesca Romana e la Vergine col Bambino tra i Santi Niccolò e Cataldo. La fabbrica del monastero, addossata al fianco destro della chiesa, si sviluppa intorno a due chiostri: nel primo, che è più grande e antico del secondo, e attribuito a Riccardi per la presenza delle colonne binate, spicca il pozzo centrale, sormontato da un elegante baldacchino. Questo è sostenuto da quattro colonne tortili finemente scolpite, poggianti su piedistalli decorati con figure allegoriche che rinviano alla simbologia dell’acqua. Attualmente il monastero ospita L’Università degli Studi di Lecce.