Palazzo Dei Celestini
Il monastero fu istituito nel 1352 dal conte di Lecce e duca di Atene Gualtieri VI di Brienne, che un anno dopo fece ottenere ai Padri Celestini che si erano insediati, anche la Chiesa di Santa Croce, sita oggi sull’area oggi occupata dal Castello.Nel 1549, in seguito ai lavori voluti da Carlo V per l’ampliamento delle mura e la costruzione del castello, i Celestini furono costretti ad abbandonare il luogo della fondazione trecentesca per stabilirsi nell’attuale sito, un tempo a ridosso delle mura e, quindi, non molto lontano del precedente. I lavori di costruzione della fabbrica vennero portati avanti contemporaneamente a quelli dell’attigua chiesa: nelle ali del quadriportico, adiacenti e perpendicolari alla navata sinistra della Chiesa, si riconoscono, ancora oggi, le parti più antiche del chiostro originario, costituito da due file di colonne dell’atrio porticato. Il prospetto frontale (1659-1695) è caratterizzato da una nitida partitura architettonica dominata da un cornicione marcapiano che segna il naturale proseguimento scenografico della facciata della Chiesa e suddivide l’elegante superficie bugnata dell’edificio in due ordini spartiti verticalmente da lesene. Rompono l’uniforme effetto di superficie le due ariose loggette che si aprono sui lati e le numerose bellissime finestre decorate da elaborate cornici, più rigide e lineari quelle del piano inferiore, più frastagliate e raffinate quelle del piano superiore. Conclude la facciata un fregio ornato con scudi araldici e simboli della potestà spirituale (tiare, mitre, cappelli abbaziali, corono). La particolare disomogeneità stilistica tra la decorazione del primo ordine e quella del secondo trova spiegazione non solo in una differenza d’epoca (tra la metà e la fine del XVI sec.) ma anche come progettisti, Giuseppe Zimbalo (1620-1710) per il primo ordine e Giuseppe Cinieri (1635-1722) per il secondo, entrambi impegnati contemporaneamente nella realizzazione della facciata della Chiesa. Al centro del prospetto domina il portale d’ingresso, con un architrave decorato da putti e grappoli di frutta, mentre il festone che pende all’interno del timpano è un pezzo di restauro realizzato da Michele Massari (1944). Soppresso l’ordine nel 1807, il Monastero divenne sede del Palazzo del Governo, destinazione che impose la realizzazione di un nuovo prospetto, quello situato di fronte alla Villa Comunale, affidato all’architetto Giuseppe Maiola, che fu approvato nel 1817. L’edificio è stato fatto oggetto nel XIX e XX secolo di molteplici interventi di riadattamento in modo che l’originale distribuzione degli ambienti risulta oggi chiaramente alterata in relazione alle necessità cui le nuove funzioni sottoponevano l’edificio.