Episcopio
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L’originaria costruzione dell’Episcopio risale al XV sec., al tempo del Vescovo Guidano. Fu poi ricostruita tra il 1591 e il 1639 per volontà del Vescovo Scipione Spina, con un impianto a elle contrapposto ad angolo rispetto alla facciata principale del Duomo. Il palazzo, secondo quanto ci riporta Giulio Cesare Infantino, era caratterizzato da una doppia rampa di scale convergenti che conferiva monumentalità all’intero complesso. Fu ricostruito e abbellito nel prospetto, e ingrandito negli ambienti da Emanuele Manieri nel 1758, che sul corpo centrale del portico innestò il contrappunto di una piccola loggia con tre nicchie e statue e con un orologio, opera del maestro Domenico Panico. L’edificio che si sviluppa ad angolo retto tra il Seminario e la Cattedrale, è caratterizzato da un elegante prospetto, costituito da un portico arcato che si eleva su un basamento bugnato. Al posto della rampa precedente esterna, l’architetto Emanuele Manieri nè realizzò una interna, divaricandola in una doppia rampa divergente che porta al corpo centrale. Questa rampa è completamente inglobata tra il basamento bugnato e le arcate della loggia che modulano la costruzione. Il piano nobile è ritmato da eleganti finestre con frontone. Il piano attico, leggermente arretrato, conclude con le cornici delle finestre l’armonica facciata, con un contrappunto ritmico che ricorda le coeve composizioni musicali. All’interno del palazzo, nel quale nel 1797 alloggiarono i sovrani di Napoli, vi sono gli appartamenti di rappresentanza, con una vasta galleria, l’abitazione del Vescovo e gli uffici della Curia. Vi sono conservate, con la policroma statua dell’Assunta, opera di Nicola Fumo, altri dipinti tra i quali una Vergine con Bambino, attribuito al Catalano, la Crocefissione di San Pietro di Luca Giordano, una tavola veneziana della Vergine col Bambino e una Sacra Famiglia, provenienti dalla Chiesa del Carmine. L’Episcopio, con la sua struttura, è elemento di raccordo tra il Duomo e il Seminario e assume la funzione di sfondo scenografico all’intera piazza.
The original building of the Bishop’s Palace dates back to the 15th century, at the time of Bishop Guidano. It was later rebuilt between 1591 to 1639, at the behest of Bishop Scipione Spina, in the shape of an L, set against the corner of the main façade of the Cathedral. According to Giulio Cesare Infantino, the palace featured a double flight of converging stairs conferring an effect of monumentality on the entire complex. In 1758, Emanuele Manieri rebuilt and embellished the façade and enlarged the rooms. He also set a small contrasting loggia, at the centre of the portico, with three niches, statues and a clock made by master craftsman Domenico Panico. The building, between the Seminary and the Cathedral, has an elegant façade with an arched portico that rises above an ashlar base. Instead of the previous external flight of stairs, the architect Emanuele Manieri built an internal one, creating a double diverging flight of stairs leading to the central part of the Palace. This flight of stairs is encased between the ashlar base and the arches of the loggia that shape the construction. The main floor is enlivened by elegant windows with pediments. The top floor sits slightly further back and its window cornices complete the harmonious façade, with a rhythmic counterpoint recalling contemporary musical compositions. Inside the Palace, where the Royal Family of Naples stayed in 1797, there are prestigious State Apartments, with a vast gallery, the Bishop’s residential quarters and the offices of the Curia. Inside are preserved a polychrome statue of the Assumption of the Virgin by Nicola Fumo and other paintings including a Virgin with Child, attributed to Catalano, the Crucifixion of St. Peter by Luca Giordano, a Venetian panel showing a Virgin with Child and the Holy Family, originally in the Church of the Carmine. The Bishop’s Palace, with its structure, forms a connecting element between the Cathedral and the Seminary and also serves as a backdrop for the entire square.