Convento Dei Domenicani
Il Convento fu fondato nella seconda metà del XIV secolo da Giovanni d’Aymo. La storia narra che il d’Aymo, venuto a conoscenza da un pellegrino fiammingo di un immenso tesoro nascosto presso una piccola cappella fuori Lecce, se ne impadronì, uccidendo il pellegrino. In espiazione di questo efferato omicidio, con l’assenso del Vescovo, egli eresse questo convento (1389), insieme all’annessa chiesa (1388) e all’Ospedale dello Spirito Santo, situato di fronte, affidandolo ai Padri Domenicani. Questi si distinsero, oltre che per la predicazione anche per gli studi filosofici e teologici, tanto che nel 1652 il convento divenne sede dello “Studium Generale”, cui diede grande prestigio il teologo leccese Dionisio Leone, autore di molti volumi di logica e fisica. L’edificio trecentesco ha subito numerose modifiche: una totale ricostruzione avvenne ad opera di Giuseppe Zimbalo, negli ultimi anni del XVIII secolo, ma rimase interrotta a causa della morte delll’architetto. Alla metà del XVIII secolo risale il completamento della costruzione su progetto dell’architetto Emanuele Manieri. A lui si deve la realizzazione delle stanze superiori del chiostro, impostato su pilastri con un elegante gioco di specchiature tra le finestre del primo piano e, soprattutto, del prospetto sparito in cinque portali d’ingresso sormontati da cornici mistilinee e volute laterali. Tra il 1812 e il 1814, in seguito alla soppressione degli Ordini religiosi, i Domenicani dovettero lasciare il convento. Nei decenni successivi l’edificio venne adibito a fabbrica e a manifattura di tabacchi: qui si produceva il cosiddetto “leccese”, un particolare tabacco da fiuto esportato in tutto il mondo. Dal 1975, l’edificio ospita l’Accademia di Belle Arti.