Colonna Sant'Oronzo
A dominare la piazza e a darle il nome (dal 1871), è la celebre colonna votiva sormontata dalla statua raffigurante il protettore principale della Città, Sant’Oronzo. Nel 1656, quando in tutto il Regno meridionale dilagò lo spettro della peste, dalla quale Lecce e la Terra d’Otranto vennero miracolosamente risparmiate, il popolo e tutto il Clero leccese ritennero che l’evento miracoloso fosse dovuto all’intervento del Protovescovo della Città, Oronzo, il cui culto a Lecce, assieme a quello di Giusto e Fortunato, risaliva a tempi molto più antichi. Il rilancio del culto del Santo fu gestito allora in prima persona dal Vescovo Luigi Pappacoda (1639-1670), che lo sanzionò con decreto ufficiale il 13 luglio del 1658 e Sant’Oronzo andò così a prendere definitivamente il posto di Sant’Irene, fino ad allora patrona della Città. Quali segni tangibili della gratitudine della cittadinanza verso il Santo, vennero fatti erigere sia il Duomo (pure dedicato a Sant’Oronzo) sia questa colonna votiva (alta 29 mt. circa) la cui realizzazione fu affidata al celebre architetto leccese Giuseppe Zimbalo. Per costruire il fusto della colonna, la Città di Brindisi offrì, in segno di devozione, i sei rocchi di marmo cipollino africano di una delle due colonne romane che, posta a segnare l’inizio della via Appia, era crollata nel 1528. La colonna romana era di tale valore simbolico per la comunità brindisina che, causa l’indecisione dei sindaci che si avvicendarono, intercorse molto tempo prima che il dono giungesse effettivamente a Lecce. La benedizione della prima pietra, infatti, avvenne nel 1666, ma i lavori veri e propri di innalzamento della colonna ripresero solo diversi anni dopo (1681) per essere ultimati nel 1686. Lo Zimbalo provvide a costruire il basamento in pietra, ad animarlo di una balaustra e statue oggi perdute, a rastremare i rocchi e a porli in opera insieme con un nuovo capitello, finemente decorato, per la base del quale adoperò quello decorato dell’antica colonna. La statua di Sant’Oronzo, realizzata a Venezia, fece il suo trionfale ingresso in piazza con una solenne processione il 9 luglio del 1685 e fu collocata sulla colonna con grande giubilo della cittadinanza. Nell’agosto del 1737, proprio durante i festeggiamenti che si tenevano in onore del Santo, la statua fu danneggiata: ne fu ordinata una seconda, anch’essa a Venezia, dove venne realizzata su disegno di Mauro Manieri, per poi essere ricollocata sulla colonna della piazza nel 1739. La statua lignea (alta 5 mt. circa, di recente restaurata), rivestita di rame, ritrae il Santo come di consueto, con abiti vescovili, con il pastorale e la mitria, in atto di benedire solennemente la Città. Nel 1901, in seguito alla scoperta dell’Anfiteatro, l’assetto dell’antica piazza dei mercanti venne cambiato e la colonna fu spostata dove ora si erge. Al 1945 risale, invece, il rifacimento totale del basamento, su tre lati, del quale vennero ricopiate le antiche iscrizioni seicentesche che erano state apposte sull’originario, in ricordo della costruzione della colonna e della donazione fatta dai brindisini.