Chiesa San Nicolò Dei Greci
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La storia delle comunità di rito bizantino, assai numerose in Terra d’Otranto, trova un’importante testimonianza nella Chiesa di San Nicolò dei Greci, parrocchia della colonia albanese e greca residente in città. Fino al 1575, la parrocchia ebbe la sua sede in una cappella, ubicata dove attualmente sorge la Chiesa del Gesù. Concessa l’area ai Gesuiti, la cappella venne distrutta e la colonia greca fu costretta a trasferirsi in altre chiese greche, fino a trovare definitiva sistemazione in quella di San Giovanni del Malato che fu riconsacrata a San Niccolò dei Greci. Nel 1765, su disegno di Francesco Palma, Lazzaro Marsione, Lazzaro Lombardo e Vincenzo Carrozzo, l’edificio fu ricostruito venendo così ad assumere l’attuale connotazione tardobarocca. La semplice facciata risulta tripartita da un doppio ordine di paraste, scandite orizzontalmente da una trabeazione. All’unico portale, con lunetta dal cartiglio barocco, corrisponde in alzato una finestra dal profilo mistilineo. L’ordine superiore, chiuso lateralmente da pinnacoli, risulta movimentato dalle volute laterali di raccordo e dalla cornice modanata di coronamento, alleggerita da una decorazione a girali lapidei. Lo spazio interno presenta uno sviluppo ad aula unica monoabsidata, scandita in tre campate coperte a volta. Alcuni saggi, effettuati in occasione dei restauri, hanno individuato l’impianto dell’antica chiesa di fondazione medievale, a tre navate chiuse da absidi con tracce di affreschi, ancora visibili nell’attuale zona absidale. L’articolazione dello spazio liturgico riflette la funzionalità di chiesa bizantina. L’aula destinata ai fedeli è, infatti, separata dalla zona dell’altare (bema) tramite l’iconostasi in pietra leccese che, dotata di tre ingressi, accogli tavole dipinte. Esemplare questo di Lecce che, insieme a quello della Chiesa Greca di Santa Maria degli Angeli a Barletta, costituisce una rara testimonianza di arredo liturgico post-bizantino conservatosi integro. Le icone, diverse per mano e cronologia, trovano un’ampia datazione tra il XVI e il XIX secolo. Nel registro inferiore, allocate negli spazi tra le porte, sono le quattro icone raffiguranti San Giovanni Battista, la Vergine col Bambino, Gesù Sommo Sacerdote, San Nicola, delle quali le ultime tre conservano l’originaria stesura cinquecentesca. I dipinti della porta centrale, detta Reale, e di quelle laterali, rispettivamente con il Noli me tangere, gli Arcangeli Michele e Gabriele, sono attribuiti a un pittore pugliese attivo tra il XVII e il XVIII secolo. Nel registro superiore sono la sequenza dei Dodici Apostoli fiancheggiata lateralmente dalle scene (quattro per lato) della vita di Cristo e della Vergine, il Crocifisso svettante al di sopra delle tre tavole della Deesis e inquadrato dalle immagini della Vergine Addolorata e di San Giovanni Evangelista. Degna di nota è la tavola con San Spiridione in trono, datata 1775 (ma realizzata su un dipinto precedente) e firmata da Demetrio Bogdano. Questo prete-pittore, originario di Corfù, fu parroco della chiesa fino al 1841 e intervenne sull’iconostasi dipingendo ex novo o ridipingendo alcune tavole. Segno ininterrotto della tradizione bizantina in Terra d’Otranto, la chiesa è ancora oggi parrocchia cattolica di rito bizantino, dipendente dall’Eparchia di Lungro, in provincia di Cosenza.
CHIESA SAN NICCOLO’ DEI GRECI
The church of San Niccolò dei Greci, which was the parish church of the Albanian and Greek residents in the city, is clear evidence of the numerous Byzantine rite communities in the Land of Otranto. Until 1575, the parish church was a chapel where the ‘Chiesa del Gesù’ stands today. The area was ceded to the Jesuits, the chapel was destroyed and the Greek colony was forced to join other Greek churches until they came to the church of ‘San Giovanni del Malato’ that was reconsacrated to ‘San Niccolò dei Greci’. In 1765, the church was rebuilt in late-Baroque style according to the design of Francesco Palma, Lazzaro Marsione, Lazzaro Lombardo and Vincenzo Carrozzo. The simple façade is tripartite with a double line of pilasters marked horizontally by a trabeation. The single portal has a lunette with a Baroque cartouche and is in line with a mixtilinear window above. The upper order is encased at the sides by pinnacles, and decorated at the side by interlinked volutes and a moulded crowning cornice with stone spiral decorations. The interior is made up of a single chamber with one apse with three-vaulted ceilings. During restoration work, experts found traces of foundations of the old medieval church: three aisles closed by apses with traces of frescoes, still visible. The church is designed in a functional way to accommodate Byzantine liturgy. The congregation is separated from the altar by an iconostasis in Lecce stone with three entrances and contains several paintings. This church, together with the Greek church of Santa Maria degli Angeli in Barletta, is a rare example of post-Byzantine liturgical décor, still remaining intact. The icons date between the 16th and 19th centuries. In the lower part, in the spaces between the doors, are four icons representing St John the Baptist, the Virgin and Child, Gesù Sommo Sacerdote (Jesus, High Priest), St Nicholas. The latter three are still in their original 16th century state. The paintings at the main entrance so-called ‘Royal’ and the side entrances include the Archangels Michael and Gabriel, attributed to an Apulian artist painting between the 17th and 18th centuries. In the upper part the twelve Apostles (four on each side) flank scenes of the life of Christ and the Virgin Mary, the large Crucifix above three paintings framed by images of the Vergine Addolorata (Our Lady of Sorrows) and St John the Evangelist. There is also a fine painting by Demetrio Bogdano dated 1775 of St Spyridon (painted on top of another previous one). Bogdano, painter-priest, came from Corfu and was the parish priest of the church until 1841. He also repainted parts of the iconostasis and some of the canvasses. The tradition of the Byzantine church is uninterrupted in the Land of Otranto up to this day and the church is still the catholic parish of Byzantine liturgy and under the authority of the diocese of Lungro, in the province of Cosenza.