Chiesa Di San Giuseppe
Lungo la via dell’Acaya, dal nome di Gian Giacomo che nel 1584 promosse la costruzione della chiesa affidandola ai Padri Osservanti, si affacciava un tempo l’ingresso principale dell’edificio. Nel corso del XVIII sec., quando i frati decisero l’ingrandimento della cappella originaria (che corrispondeva quasi all’attuale transetto), affidando i lavori al religioso C. Regina, il prospetto principale della chiesa venne spostato su via Ludovico Maremonti, nei pressi della piazza principale della città, dove si trovano le antiche vestigia dell’anfiteatro romano. I recenti lavori di restauro della chiesa hanno messo in evidenza l’esistenza, all’interno di una stretta intercapedine muraria creata nella fase di trasformazione del corpo della chiesa, tra il muro originario e la cortina muraria settecentesca, dell’antico portale di accesso alla cappella voluta dal Dell’Acaya. Un efficace taglio chirurgico della cortina muraria settecentesca, priva di significate connotazioni artistiche, rende oggi più facile la fruizione del portale, prima visibile solo attraverso un’apertura quadrilobata posta molto più in alto rispetto al piano stradale, valorizzando allo stesso tempo il prospetto laterale della chiesa e consentendo una più agevole lettura delle stratificazioni architettoniche dell’edificio. Il portale, straordinario esempio di ornamentazione plastica di fine XVI secolo, è probabilmente opera del più celebre architetto attivo in città, Gabriele Riccardi. Incorniciata da una coppia di colonne binate finemente scanalate, poggiate su un podio recante una bugnatura a punta di diamante e sormontate da capitelli con foglie e angeli, la struttura è impreziosita da una ricca decorazione vegetale. Originariamente era sormontata da un rosone circolare, appena visibile oggi dalla strada, perché in parte occultato dall’avancorpo dell’attuale transetto della chiesa.