Castello Carlo V
Il più esteso castello esistente in Puglia è quello fatto costruire a Lecce da Carlo V a partire dal 1542/43 al 1546. L’architetto fu l’ingegnere generale del Regno, Gian Giacomo dell’Acaya, autore nella stessa Lecce dell’Ospedale dello Spirito Santo, della Regia Udienza e del Convento di Sant’Antonio, del Castello e del borgo fortificato di Acaya, di Castel Sant’Elmo a Napoli e di quelli di Crotone e Capua. L’intervento dell’Acaya modifica in maniera radicale la struttura e l’articolazione del precedente castello normanno che, secondo l’Infantino, dovrebbe risalire al Conte Accardo. La nuova struttura si imposta su un quadrilatero con il lato orientale più lungo di quello occidentale e con quello meridionale leggermente obbliquo rispetto al settentrionale. Tutt’intorno viene realizzata una spessa cortina muraria scarpata, rinforzata ai quattro angoli da altrettanti bastioni (Santissima Trinità, Santa Croce, San Giacomo, San Martino) e i profondi fossati. Gli accessi al castello, ubicati in direzione della città ad ovest (Porta Reale) e della campagna ad est (Porta Falsa o di Soccorso) danno, rispettivamente, su via XXV Luglio (già via Regia Udienza) e piazza Libertini, già piazza Castromediano. L’ingresso della fortezza è difeso immediatamente dal corpo di guardia, un ambiente rettangolare voltato a botte che dà accesso alle parti scoperte, le quali dividono la zona del nucleo principale adibito a residenza da quella destinata alla difesa vera e propria. Un’altra apertura, in asse con l’ingresso, immette in un secondo ambiente rettangolare voltato anch’esso ma che costringe a un percorso “a baionetta” per ragioni difensive: si trova l’ingresso laterale alla cappella destra di Santa Barbara (ma intitolata all’Immacolata) e quello che un tempo immetteva nel lato sud del nucleo centrale. La cappella, il cui prospetto principale a spioventi dà sul cortile, è voltata a botte carenata e possiede l’ingresso principale arricchito da un portale a timpano; questo è sormontato da un’ampia finestra quadrangolare con l’architrave leggermente arquato e decorato dallo stemma dei Loffredo. All’interno, è spoglia dei tre altari che un tempo l’ornavano e di essi si conosce solo il nome di quello di Santa Barbara, che poi ha dato il nome alla cappella. Il cortile è uno spazio quadrangolare di discreta ampiezza, sul quale affacciano i diversi corpi murati di epoche differenti; è caratterizzato al centro da un’aiola circolare e da altre che seguono l’andamento circolare delle murature. Sul blocco orientale, posto di fronte all’ingresso del cortile si trova, a destra, lo scalone a due rampe che conduce al grande salone del primo piano. A sinistra, torreggia il blocco del mastio appartenente alla redazione precedente del castello, che salda il blocco orientale a quello settentrionale. Questa struttura. sopraelevata nel 1597 e ingentilita all’interno per evidenti motivi residenziali, con una splendida volta costolonata appoggiata su colonnine angolari ricche di raffinati capitelli ospita, nell’attuale piano interrato, la cappella di Santa Maria di Costantinopoli (oggi di San Francesco). L’interno conserva ancora l’altare, gli stucchi e i dipinti murali entro ovali raffiguranti San Francesco da Paola, Santa Teresa, Sant’Oronzo, tutti realizzati in epoca tardo barocca. Al lato opposto, si trova la torre mozza, anche questa reliquia della fortezza normanna che ospita al primo piano, coperto con la volta a crociera costolonata, l’oratorio dei castellani, che conserva alcune decorazioni parietali di soggetto religioso (Pietà e due Santi di epoca barocca). Il lato occidentale, ove insiste l’ingresso al cortile, è costituito dal prospetto della cinquecentesca cappella di Santa Barbara e si eleva per il solo piano terra; dal secondo piano esiste un solo muro con finestra, interrotto in antico, che funge da parziale quinta dello spazio quadrato del cortile, mai risolto nella sua completezza. La cinta bastionata amplifica all’esterno la forma del quadrilatero interno ed è scandita, visivamente, da due torri marcapiano. Dei quattro bastioni angolari, due sono rivolti verso la città: a sud-ovest il bastione della Trinità e a nord-ovest quello di Santa Croce, con le feritorie orientate contro eventuali attacchi provenienti dal centro urbano; a sud-est quello di San Giacomo, il più ampio e pronunciato verso l’esterno, e a nord-est quello di San Martino, nelle cui vicinanze un tempo sorgeva l’omonima porta urbica, poi abbattuta.