Acaya
è l'unico paese della provincia di Lecce a mantenere le origini
architettoniche con le quali è stato edificato. Infatti sia
il nucleo abitativo che il bellissimo castello sono intatti e ancora
racchiusi nelle mura difensive della cittadina. Il tutto fa parte
dell'ingegno dell'architetto Gian Giacomo dell'Acaya, regio ingegnere
militare di Carlo V.
L'opera che più rappresenta la maestria architettonica del
suddetto, è sicuramente il castello testimonianza tangibile
del potere feudale.
Lo scopo che spinse l'architetto alla costruzione di tale opera,
fu principalmente difensivo, infatti rivolse una parte della struttura
perimetrale bastionata verso la marina di San Cataldo, verso Lecce
e verso i centri di Acquarica, Vanze, Strudà e Pisignano,
considerando il posizionamento strategico della cittadina.
Il
castello risale al 1535/36 ed è costituito da un doppio ordine
di casematte. E' collegato con la terraferma da un unico ponte.
La muraglia del castello è delimitata da due torri circolari.
Dal punto di vista architettonico, la cittadella è dotata
di un sistema viario composto da sette strade che si intersecano
l'una con l'altra. All'interno del borgo vi è la chiesa matrice,
la torre campanaria e il convento dei Minori Osservanti intitolato
a Sant'Antonio.
Nella metà del XVI secolo la cittadella di Acaya raggiunse
il suo massimo splendore economico, ma dopo la morte di Gian Giacomo
dell'Acaya e la vendita del feudo, cominciò per il borgo
un periodo di decadenza.
Acaya da un po' di tempo è al centro di un intensa attività
di recupero sia culturale che turistica da parte del Comune di Vernole
e Lecce.
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