 I
reperti trovati nella Grotta delle Veneri sono la prova delle origini
paleolitiche di Parabita, uno degli insediamenti archeologici più
importanti del Salento. Le orme dell'uomo di Neanderthal sono sparse
in tutta la zona insieme alle evidenti tracce della sua evoluzione
all'Homo Sapiens-Sapiens.
La città sorge sopra le rovine della vecchia città
messapica Bavota che è stata distrutta nel 927 d.C. dai Turchi.
La scelta del luogo fu dettata dall'esistenza delle grotte basiliane
che dimostravano una precedente antropizzazione del luogo.
Nel XIII secolo, Parabita fu sotto il dominio di diverse famiglie
in particolare quella francese di Giovanni di Tillio che fece realizzare
la Chiesa di San Giovanni Battista.
All'interno della Chiesa troviamo due grandi affreschi che raffigurano
San Cristoforo e la Vergine con San Gaetano.
Dopo varie successioni, nel XV secolo, il feudo fu venduto a Pirro
Castriota che rivoluzionò il paese economicamente, socialmente
e urbanisticamente ristrutturando il Castello e organizzando l'attuale
Piazza Umberto I come punto di scambi commerciali.
Nel XVII secolo le varie costruzioni della città si arricchiscono
di decorazioni in barocco leccese, con particolari figure e immagini
scolpite sulle facciate come il Palazzo Ardito, la Chiesa dell'Immacolata
e quella del Crocifisso.
Successivamente, nel 1731, arrivano a Parabita gli Alcantarini,
un ordine della Congregazione Francescana, che formano il Convento
unendolo alla Chiesa del Crocifisso.
Dall'iniziativa, del 1913, dell'architetto Napoleone Pagliarulo
nascono il Santuario della Madonna della Coltura e il Cimitero Monumentale.
|